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I

 

[…] il ragazzo che è triste con gli occhi bellissimi viene applaudito e ha dieci anni ha perduto qualcosa e non si ricorda più come trovarlo allora lo cerca all’incrocio di un bivio e bravo sei bravo che bella poesia i bambini ti applaudono senza capire il maestro ti dice sei un mostro e non sai che vuol dire ma non glielo chiedi gli chiedi se puoi avere in premio il giochino che l’uovo ti priva del sonno che devi accudirlo ma tu sei ossessivo lo accudisci davvero e non dormi e tua madre ti sgrida e ti strappa dal letto in pelliccia noi adesso andiamo lontano nel buio della notte e hai paura di nuovo paura che puoi non capire che è quello il momento in cui sei rovinato per sempre ho sbagliato ho sbagliato ti chiedo perdono io non voglio più uscire dal letto mi scusi? ti scuso e non puoi più dormire sei grande e tu allora sei stronza che un giorno ti rinfaccerò tutto quanto

e la ciclicità che dà senso a ogni cosa sarà verticale al ragazzo con gli occhi tristissimi che ha dieci anni e ha perduto qualcosa e non si ricorda che cosa e non sa ritrovarlo

 

​

 

II

 

e allora lo cerca all’incrocio di un bivio e che bravo sei bravo che bella poesia i bambini ti applaudono senza capire il maestro ti dice sei un mostro e non sai che vuol dire ma non glielo chiedi gli chiedi se puoi avere in premio il giochino che l’uovo ti priva del sonno che devi accudirlo ma tu sei ossessivo e lo fai per davvero e non dormi e tua madre ti sgrida e ti strappa dal letto in pelliccia | noi adesso andiamo lontano nel buio della notte e hai paura di nuovo paura che puoi non capire che è quello il momento in cui sei rovinato per sempre ho sbagliato ho sbagliato ti chiedo perdono ma non voglio più uscire dal letto mi scusi? ti scuso ma non puoi dormire sei grande e poi un giorno ti ricorderai tutto quanto

la ciclicità che dà senso a ogni cosa sarà verticale al ragazzo con gli occhi tristissimi che ha dieci anni e ha perduto qualcosa e non si ricorda che cosa e non sa più ri-trovarlo e allora lo cerca all’incrocio di un trivio e ci trova Consuelo

 

 

 

III

 

Consuelo si chiama Consuelo e negli occhi portava gli anelli di Giove parlava e diceva un discorso indiretto al ragazzo con gli occhi puntati ad un bivio e che aveva un segreto sul fondo era pazzo lui è pazzo se pensa così che nemmeno consuelo poteva capirlo se proprio consuelo non era reale nasceva dal buco del trauma da dove passava ogni scarto allora che in mezzo alle scale di pietra tu hai pianto così ti ho inseguito con l’auto e tu a piedi per tutta la strada e sei andata | ed è vero era vero però non lo sai che per te lo avrei fatto che avrei abbandonato ogni cosa per l’ultima volta se tu avessi detto mai detto in quel giorno di pioggia di sì è che avevo già scelto e tu eri la prima | ma avevo paura e ho paura di nuovo paura che puoi non capire che è quello il momento in cui ho ancora sbagliato ho sbagliato ti chiedo perdono ma non voglio più uscire dal letto mi scusi?

 

 

 

IV

 

a svegliarmi ogni giorno e per sempre un po’ prima degli altri per essere pronto e in anticipo a quando tu torni a sorpresa alle 5 di notte e mi dici ho cambiato il cognome ma è uguale la voce e l’età che sei bella e mi porti un cappello e una freccia dorata e allora io ti sfotto nel modo in cui sfotto da sempre e ti arrabbi | finché non ti viene la febbre che bacio è così e lo sai che è così che mi hanno insegnato e ti dico ti amo e ti aiuto di nuovo e tu vomiti fuori dall’auto e allora io scendo | qui scendo alessandro è questo il mio posto e sai grazie ma grazie davvero che mi hai accompagnato lo stesso ma no non è nulla davvero è che forse mi ero di-menticata di dirti che io abito qui | un po’ più lontano dal mondo in cui vivi tu adesso ma tu puoi venire a trovarmi ogni volta che vuoi se alla fine hai capito che questo è il tuo modo e che il rito rispecchia la vita e che anche la vita ogni cosa comincia daccapo ma tu sei il ragazzo con gli occhi tristissimi e vieni applaudito per quasi ogni cosa che fai e sei bravo e non chiedi mai niente | mai hai chiesto il perché agli incroci là dove ogni tanto ti fermi e non esci dal letto e io ti scuso ti scuso io ti ho sempre scusato e non posso più farlo rileggi daccapo e non dire il mio nome

 

 

 

V

 

non era consuelo – io non mi chiamavo consuelo e ti amo e mi sono pentita ed in greco ti dico ti amo ma tu non capisci io non vedo i tuoi occhi però tu li vedi e in quel greco alessandro in quel greco non vede i colori l’azzurro ed il blu dei Poemi non vede che il mare ma il mare è descritto di viola o di nero se i greci vedevano il blu ma non ne sapevano il nome allora che l’indaco e il ciano appaiono azzurri ai bambini o come gli estranei non sanno chiamare la neve ed è finto mio amore è un po’ tutto finto **** ogni distinguo è nascosto a chi guarda e non ha buoni occhiali e confonde | i sei punti di linea nel raggio e non vede che il cerchio e la sfera e l’incanto non vede allusioni allora che al mare anche il fondo scompare rimani nei sogni di un cieco nel buio da cui nasce la luce nel buio da cui nasce il pensiero e mi appari fantasma mi appari un’idea sei come una lucciola appesa ad un filo alessandro se l’oro non brucia al setaccio rimane incollato se un giorno tu scopri che il foro è una linea e che sopra la linea tu dormi __________________

 

 

 

VI

 

al rumore del phon che mi usciva i capelli se ancora ci avevo le punte ma tu immaginavi altre vite lontano da me altre donne altri amori se anch’io come vedi o sapevi che sono un po’ tanto – lo vedi meschina – se anch’io non ti ho detto mai niente e ho scoperto che porti i suoi occhi nel pugno è la faccia la faccia ti prendo la faccia e sei bella però tu lo vedi lo senti che a volte non so trattenermi e sto male | è come se fossi sospeso su un filo e poi il filo si spezza e io cado perché non so camminare cammino assai male e tu canti e la voce mi guida a spirali di stelle ammassate e lucenti ai vortici bianchi e di latte nel punto di incontro di due paralleli e tu canti e sei bella e vorrei se possibile ancora più forte toccarti la faccia legarla ai miei sogni applaudire e che bravo sei bravo che bella poesia che mi hai scritto alessandro che torni all’indietro nel tempo e hai dieci anni e hai perduto qualcosa che non ti ricordi che cosa e non sai se puoi mai ritrovarlo in emblemi verdastri e mi dici che è vero e che non so vederlo perché è nella mano che incolla al sudore le dita intrecciate in galassie e sorridi ed è questo il miracolo dici dei morti che ascolti e non vedi ideali se è vivo chi è muto chi muta il suo ordine

 

 

 

VII

 

è vero il ricordo che cerchi e tu cerchi all’incrocio di un bivio e che bravo sei bravo il ragazzo con gli occhi bellissimi viene applaudito nell’occhio offuscato dall’occhio che accende la luce al mattino nell’umido fungo che cresce nel muro in quel giorno che hai detto lì è tutto che è tutto lì dentro lo vedi? E mi pesa mi pesa la voce dei morti dei morti che parlano e parlano sempre alle immagini sotto la crepa alla muffa che appesta la casa di mani indurite di lune cerchiate dal verde che tu mi conosci e lo sai che è mia madre è mia madre che il quadro dal muro non cade lo vedi e sei morta a Le Havre se ti copre una pietra vicino alla strada che porta al castello e il castello è la casa e la casa ti ha ucciso ma io non ho fatto più niente per dirti Consuelo

 

 

 

VIII

 

Consuelo il ragazzo con gli occhi tristissimi viene applaudito e non parla che non si ricorda più come trovarti e ti cerca all’incrocio di un bivio e che  bravo sei bravo che bella poesia che mi hai scritto alessandro che torni all’indietro nel tempo e hai dieci anni e hai perduto qualcosa che non ti ricordi che cosa e non sai più cosa fare e la noia ti annoi che mi cerchi ad un trivio ma non puoi più trovarmi il pensiero e il mio nome è anagramma con sole ma il mago il bouquet lo fa uscire al cappello che tu non raccogli se torni alle due del mattino e sei un’altra se ai numeri e ai numeri amore hai donato fiducia e fiducia è una cosa che non si divide è meschino il dolore che curva la linea del tempo a tornare ogni notte alle cinque e sei un’altra e non ero lo stesso anche io

 

 

 

IX

 

a infilarti monete nel collo e | accucciata da dietro la porta piangevi al vetro smeriglio rifratta al colore sbiadito dall’umido fungo cresciuto nel muro sei bella sei bella e ti tocco la faccia e sorridi e mi baci una volta se quello che dico è sincero ed è vero il ricordo che io quella sera piangevo e il colore degli occhi cambiava al tuo umore sei morta a Le Havre che ti copre un diamante e il sagrato deforme mi intralcia il cammino ora vedi l’angoscia è più dolce e rinasce la vita (io in un’orgia di cosce ho scordato il tuo nome che un giorno ho inventato ho chiamato consuelo) 

 

 

​

X

 

(oro e argento dei passi che guidano al mare e tu forse hai mentito che un giorno mi avresti cercato: ho aspettato consuelo io ho aspettato lì dove le capre sorseggiano il sale | e al rifugio dei morti la sabbia è bruciata ho sbagliato e ti scuso mio amore io ti scuso al respiro più forte che bagna le orecchie alla voce di chi non ricorda il mio nome e racconta per me questa storia: il ragazzo che è triste con gli occhi bellissimi viene applaudito e nell’angolo dietro i castelli ci cade la neve | o adesso ho capito la frase che hai finto piangendo a lavare le cosce: **** il pudore ha cerchiato due anelli o che è vero che dietro i castelli ci sono i cunicoli e sopra i cunicoli cade la neve) 

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